TORINO – Il nostro campionato non è certo annoverato per mettere i giovani al centro di un progetto calcistico; eppure, il valsusino Ferraris classe 2003, ha vissuto il sogno di ogni bambino: approdare nella massima serie tra i professionisti. È stata una stagione quasi perfetta per il capitano del Monza U19, che con i suoi tredici gol stagionali, ha contribuito in modo decisivo alla salvezza della sua squadra, assicurandole la permanenza in Primavera 1. La ciliegina sulla torta è arrivata proprio sabato, in una fredda serata primaverile di fine maggio: al minuto 81 di Juventus – Monza, partita valida per il campionato di Serie A, la panchina monzese chiama il Direttore di gara, e il quarto uomo segnala sul tabellone il numero 61.
Ferraris, abbracciato teneramente dal Tecnico Raffaele Palladino, si toglie la pettorina verde subentrando al calciatore argentino Valentín Carboni, sotto gli occhi degli affetti più cari che, tra gli spalti gremiti di tifosi bianconeri, riprendono il momento con il telefono esclamando in mezzo al pubblico di casa: “E’ il mio amico quello!”. Un esordio che può sembrare tra i più classici, se non fosse per il legame speciale che lega Ferraris alla Juventus, o meglio: la “sua” Juventus.
Sì, perché Torino non è solo la città natale di Andrea, ma è anche il luogo dove il capitano bianco rosso è cresciuto come giocatore, sotto le vesti bianconere, in un rapporto bello quanto complesso: entrato a soli otto anni, ne è uscito all’età di diciassette, scartato proprio dagli juventini.
Dopo una parentesi al Milan, Ferraris ha ritrovato la sua luce nell’attuale Monza, diventando un vero e proprio pilastro, in un gioco ironico del destino, dove un figlio di Torino, cresciuto e poi scartato, è tornato in patria per esordire tra i “grandi” proprio lì, in quello stadio, in quella casa lasciata anni fa per andare a trovare fortuna altrove, contro quei colori.
Non sappiamo se esiste un destino, o se esista un lieto fine proprio come nelle migliori favole disneyane ma, certamente, dove tutti ora vedono un punto di arrivo (la Serie A), noi ci auguriamo che possa essere solo il primo passo di una partenza, il cui arrivo, è glorioso.