CHIERI – Il Chieri ’76 spegne le sue prime 15 candeline. Un grande traguardo per la famiglia biancoblù, che oggi si volta indietro osservando con orgoglio quanto messo a sistema. Soddisfazione che traspare dalle parole di Lucio Zanon di Valgiurata. “Sono molto orgoglioso di questo percorso, che ho condiviso fin dall’inizio e che ha visto nel tempo raggiungere traguardi sempre più importanti. Speriamo che questa sia soltanto una tappa e che ce ne siano ancora tante altre davanti a noi, per poter continuare a scrivere nuove pagine nel libro della storia dello sport”.
Presidente, partiamo dall’inizio, come nelle migliori favole? Ce la racconta la nostra storia?
“Devo dire che la nostra storia ha il suo fascino. Nel 2009 venne fuori l’opportunità di rilevare una piccola società, perché la vecchia Pallavolo Chieri, squadra di cui eravamo tutti tifosi, di fatto non esisteva più. Mi vennero a cercare in quanto con un gruppo di amici, tra cui Lucio Zanon e Fabrizio Morra, avevamo costituito tempo prima l’associazione “In alto con Chieri”, per sostenere proprio la vecchia società che aveva problemi economici. Lo avevamo fatto da tifosi, da persone legate alla propria squadra del cuore e alla città. Pensammo di far partire un nuovo progetto con l’intento di non far morire il volley giovanile a Chieri. Allora eravamo 19, gli stessi 19 soci che oggi compongono il Chieri’76. Un anno dopo sarebbe arrivato Max Gallo come allenatore. Nel 2010 eravamo già in B1, fino al 2015. Poi in A2 fino al 2018 da lì l’A1. Il resto… il resto è storia”.
Cosa si prova a raccontare tutto questo?
“A volte mi devo dare dei pizzicotti, perchè non mi sembra possibile. Ci guardiamo spesso indietro, ricordandoci da dove siamo partiti. E ci chiediamo… ma sogno o son desto?”.
Di tempo ne è passato, ma la famiglia biancoblù resta…
“Sì, si respira, oggi come allora, la stessa aria di famiglia. Ricordo che in B2, alla terza di Campionato, per il derby contro Lilliput Settimo c’erano già 800 spettatori. Siamo una grandissima famiglia, cresciuta ulteriormente nel tempo. In 15 anni, ogni anno, abbiamo alzato l’asticella, non solo dal punto di vista tecnico, ma proprio a livello di crescita del Club. Una crescita graduale ma costante, senza bruciare le tappe, ma in qualche modo garantita. Ora ti volti indietro e vedi che la scala ha tanti gradini, non è più quella dell’inizio, quando non avevamo neanche i palloni (ride, ndr). La cosa più bella è che siamo rimasti sempre gli stessi. Il nostro zoccolo duro è lo stesso, i nostri ragionamenti sono sempre quelli. E questo lo dobbiamo ai 19 soci, agli sponsor, a Max Gallo, a tutti gli allenatori e giocatrici, che hanno lasciato un pezzo di cuore qui, ai volontari e ai tifosi. A tutti i membri di questa grande famiglia”.