AVIGLIANA – C’è un momento che racchiude il senso di questo articolo. La partita tra Barracuda e Aviglianese è ufficialmente finita. Gli arancioneri sono ufficialmente salvi, al termine di un campionato intenso e ricco di gioie e sofferenze. Sul campo i protagonisti di questa impresa si lasciano andare: c’è chi ride, chi urla di gioia e chi piange. In un angolo, più staccato, c’è Davide Bonino, il tecnico valsusino, il comandante della nave. Per lui non è una data come le altre: la storica salvezza è infatti arrivata nel giorno del compleanno di suo papà, Giorgio. Il primo sguardo è infatti rivolto a lui, o meglio: è per lui.
Da circa un anno Giorgio Bonino si trova in una Rsa a causa di una malattia degenerativa. E’ stato lui il primo a credere nel proprio figlio come allenatore. Lui è stato uno dei primi a rincuorarlo e a dargli la forza nei suoi primi anni di attività. Nonostante la sua assenza dagli spalti sia diventata un abitudine per ovvi motivi, al triplice fischio Davide Bonino ha lanciato il suo sguardo, ricco di orgoglio e commozione, verso la tribuna, proprio dove Giorgio si sedeva abitualmente.
“Mio papa da un anno è ricoverato in un rsa per via dell’Alzheimer”, racconta Davide. “Ieri era il suo compleanno e proprio ieri l’aviglianese si è salvata. Lui che negli anni Novanta ha contribuito alla crescita della vecchia Aviglianese. Mio papà è stata una figura storica al pari di Sechi e Comparetto. Questo successo lo dedico a lui, che mi ha trasmesso questa passione per il calcio e i valori che mi hanno reso uomo. Ho sempre creduto che oggi 28/4 sarebbe successo qualcosa. Non so come spiegarlo”.
Come sottolineato da suo figlio, Giorgio Bonino è stata una vera e propria istituzione nel mondo del calcio locale, in particolare in Val di Susa. Un vero e proprio punto di riferimento per numerose società, sia come dirigente che come segretario. Bonino è stato uno dei più profondi conoscitori di regolamenti e norme del calcio, oltre che di talenti.