TORINO – In una giornata decisamente estiva, Torino si riscopre centro di gravità permanente nel mondo del calcio italiano. Lo fa non per il derby visto sul campo, giocato da granata e bianconeri ad un livello piuttosto mediocre. Lo fa per la gara giocata dai tifosi. Certo, il Torino giocando in casa ha avuto la possibilità di colorare il suo Olimpico Grande Torino di granata. Bandiere, sciarpe, maglie vintage e passioni hanno reso il 70% dello stadio in una vera ondata di calore, ma anche la risposta dei supporters juventini è stata degna di nota.
La letteratura di questo derby, arrivato al numero 185, si può riassumere con quello accaduto prima dell’inizio della sfida. Torino è invasa di maglie granata e bianconere. I mezzi che portano allo stadio, in particolare i più romantici tram, trasportano coppie di fidanzati, amici e parenti uniti dall’amor proprio ma divisi da fedi sportive diverse: brothers in arm, verrebbe da dire. Ed è un leit motiv che prosegue anche quando lo storico 4 ti lascia alle porte dell’Olimpico, in corso Sebastopoli.
Una volta scesi dal tram si entra in un universo parallelo. Si viene trasportati da nonni che accompagnano i nipoti, in quello che è una vera e propria eredità di valori e di fede. Ci si imbatte in padri in maglie granata e figli in bianconero. Nel sottofondo (si fa per dire) si lanciano cori e sfottò da una tifoseria all’altra. Poi le sciarpate, la tensione, gli occhi chiusi dalla paura, la rabbia e la gioia. In poche parole: il derby. Bello o brutto.
Non sappiamo se Torino sia granata o bianconera. Quel che è certo è che, dopo anni di derby a senso unico e con il profumo di Europa che si propaga tra i seggiolini dell’Olimpico, Torino torna ad essere, almeno sugli spalti, uno spettacolo degno da Champions League.