Perché in Italia non si insegna più la tecnica ai giovani calciatori?

Prendiamo in prestito le parole di Raffaele Palladino, attuale allenatore del Monza ed ex calciatore della Juventus, per parlare di un aspetto di particolare importanza: perché in Italia ai giovani calciatori non si insegna più la tecnica e ci si fissa sulla tattica già nell’ultimo anno di scuola calcio? Non nascondiamoci dietro a un dito, basta vedere una qualsiasi partita di calcio giovanile per capire che ormai la tattica e la preparazione atletica sono gli aspetti principali del 90% delle squadre.

“Il problema del calcio moderno è che non si gioca più per strada, i ragazzi giocano soltanto nelle scuole calcio”, ha raccontato Palladino durante una lunga intervista a So Foot. “Un paio di ore e quando ci sono gli allenamenti. In passato si passavano ore e ore a giocare ed era lì che affinavi la tua tecnica. Ci si allenava involontariamente anche a cadere bene, perché vi assicuro che cadere sull’asfalto non è come cadere su un campo sintetico. Il calcio è cresciuto tanto negli ultimi anni, ma si insiste troppo sulla tattica con i bambini. Invece, dovrebbero lavorare tantissimo sulla tecnica”.

Parole che condividiamo tutti. Nessuno negherà che la tecnica sia scivolata in secondo piano da qualche anno a questa parte. D’altronde, se una squadra ha già in rosa dei giocatori con particolari abilità, il proprio tecnico cercherà di far crescere altri principi ai suoi mentre un allenatore che non può contare su fantasisti cercherà di limitare il gap con le altre squadre allenando i propri ragazzi sulla parte atletica. Niente di più corretto, ma rimane sempre un grosso limite: le vittorie nei campionati giovanili lasciano sempre il tempo che trovano e il giovane calciatore verrà valutato una volta fatto l’esordio in prima squadra.

Se poi ampliamo il ragionamento anche ai professionisti, è inutile negare che la cartolina tornasole sia la nostra nazionale. Sempre più priva di talenti e alla ricerca disperata di un giocatore in grado di fare la differenza proprio a livello tecnico. Forse gli anni del Barcellona di Guardiola e della Spagna due volte campione d’Europa e campione del Mondo hanno illuso qualcuno.

Questo, e torniamo quindi al mondo che più ci appartiene, ossia quello dei dilettanti, lo si capisce anche dalle interviste a fine partita con dirigenti e allenatori: sono veramente pochi quelli che sottolineano la giocata tecnica dei propri giocatori. L’argomento più utilizzato, a volte anche in maniera spropositata, è l’atteggiamento tattico dei propri 11. Perché?

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