ALESSANDRIA – La sconfitta di ieri sera contro il Trento ha gettato ancora una volta l’intero ambiente dell’Alessandria nello sconforto. Dall’ultimo posto in classifica, passando per il silenzio stampa al solito ritornello Banchini resta oppure no e arrivando alla rabbia dei tifosi, stanchi, delusi e a tratti disinnamorati. Il day after ad Alessandria non è mai stato grigio come oggi. I tifosi hanno ripreso a contestare società e squadra, mentre lo spettro della Serie D è sempre più dietro l’angolo.
Quello che sta vivendo l’Alessandria, una delle piazze più storiche e nobili del nostro calcio, è forse il punto più basso dal fallimento dei primi anni Duemila. Anche il più inguaribile romantico e ottimista sa che per evitare la retrocessione diretta serve più di un miracolo sportivo, per capirsi più un remake del finale di stagione realizzato da Nicola a Crotone o Salerno. Anche se, per quanto si possano cercare esempi per dare fiducia all’ambiente, sempre più depresso, ad oggi non sembrano neanche esserci le condizioni per crearlo, il miracolo sportivo.
Come detto, anche i tifosi, autori fin qui di una dimostrazione di amore incredibile, hanno iniziato a gettare la spugna. Gli ultras dell’Alessandria, oggi, parlano di scempio e annunciano la sospensione di ogni attività fino alla fine della stagione, o quasi. Tutto riporta alla memoria alla stagione del fallimento, quella del 2002-2003 (18esimo posto in Serie C2). Il prossimo turno vedrà i grigi impegnati a Trieste contro la Triestina, non l’avversario ideale per fare punti e trovare energie mentali e fisiche per iniziare la rimonta.