AVIGLIANA – La salute mentale, purtroppo, è una tematica ancora poco affrontata e stereotipata nel nostro paese; e se parlare di questo nella vita quotidiana è un problema, nell’ambito sportivo lo è ancor di più. Da sempre lo sport è sinonimo di benessere fisico, mentale e sociale, ma seppur il focus sia sempre rivolto agli allenamenti e alle prestazioni, mente e corpo sono strettamente interconnessi, al punto che il benessere mentale diventa determinante non per solo per i risultati personali e di squadra, ma anche per il recupero da un grave infortunio o da episodi di salute particolarmente debilitanti.
Veronica Rosso Pognant, calciatrice classe ‘99, è intervenuta ai microfoni di Piemonte Sport per sensibilizzare i lettori sulla difficoltà a cui può andare incontro un atleta nel tornare alla propria disciplina dopo un grave episodio di salute, e di quanto sia normale provare determinate emozioni.
“Ho avuto il primo episodio di pneumotorace il 1° settembre: mi sono svegliata durante la notte con una brutta sensazione di soffocamento, il mio polmone era quasi al collasso. Dopo circa una settimana di ricovero, sono stata dimessa e sono tornata alla mia vita in modo normale, pensando di essermi lasciata questo brutto episodio alle spalle”.
Veronica, è stata una delle fondatrici dell’Asd Aviglianese Women; da tre anni a questa parte, la sua vita si è spostata a Roma per gli studi, e senza mai abbandonare la carriera da calciatrice, Rosso Pognant ha vestito la maglia della Sapienza Femminile; “Sono tornata alla vita frenetica della capitale per terminare i miei studi, cercando di riprendere regolarmente le mie attività: all’improvviso, il secondo attacco, che mi ha costretta a subire un intervento chirurgico al polmone. Psicologicamente è stato molto difficile: oltre ad essere lontana da casa, sono sempre stata una persona in salute, sportiva e, soprattutto, giovane: a 24 anni ti senti invincibile, non consideri l’idea di un ricovero ospedaliero, né tantomeno di subire un’operazione a un polmone”.
La vita di Veronica è cambiata radicalmente, costringendola non solo a cambiare le sue abitudini, ma anche a valutare in modo differente lo sport, fino ad allora praticato con costanza e passione: “Poco tempo prima l’attacco pneumotoracico di settembre, avevo subito un colpo durante una partita: questo episodio mi ha frenata nell’idea di ricominciare a fare sport; inoltre, la corsa è sempre stato il mio punto di forza nel calcio: avendo avuto un problema al polmone, l’impatto mentale è stato forte, perché pensavo di non essere più in grado di sostenere una partita o un allenamento”.
L’ex aviglianese continua il suo racconto, a distanza di due mesi dall’operazione, di come stia affrontando le sue paure: “Ho provato a fare una lezione di boxe! Non avevo paura dei colpi, quanto piuttosto del fiato: appena sentivo un po’ di affaticamento, mi fermavo, laddove prima avrei mantenuto la stessa costanza nell’esercizio. Il problema è prettamente mentale, a livello fisico posso riprendere l’attività sportiva senza alcuna ripercussione, ma il blocco e la paura di rivivere quei momenti dovuti alla sensazione di soffocamento, ne fanno da padrone”.
In conclusione, Veronica parla a tutti coloro che non conoscono questa patologia e lancia un messaggio: “Ho scoperto che la condizione del pneumotorace è molto comune, voglio quindi dire a tutti i lettori che, dopo l’operazione, il rischio che tali episodi possano essere recidivi è ridotto a zero. E’ difficile riprendere la propria vita, ed è necessario non chiudersi nella propria bolla protettiva che, nella tua testa, ti dice che è meglio non fare sport per evitare delle possibili ripercussioni; avere paura non è una sconfitta, ma solo una ripartenza”.