Kasra Chalabi e l’Iran Femminile: la lotta per i diritti delle donne passa anche da Torino

TORINO – Spesso siamo soliti giudicare negativamente lo sviluppo e la percezione del calcio femminile e, diciamoci la verità: il nostro Paese non è ancora pronto per fare quel cambio di mentalità che consenta alle bambine di iniziare a praticare questo sport libere dai pregiudizi e dagli sguardi storti. Eppure, la nostra visione del calcio così chiusa e vittima degli stereotipi, è in molte altre realtà del globo considerata oro colato. Un chiaro esempio è lo Stato dell’Iran, dove le parole ‘calcio’ e ‘donne’ nella stessa frase difficilmente vengono messe insieme.

Kasra Chalabi, allenatore in seconda della Femminile Juventus, e mister dell’Iran Femminile di Torino, ci racconta non solo la visione sul calcio femminile iraniano, ma anche il contributo che cerca di dare quotidianamente per lo sviluppo di questo bellissimo sport.

Intervenuto ai microfoni di Piemonte Sport, Kasra racconta la nascita della squadra nella nostra città: “Quasi 11 anni fa, ero il Presidente dell’Associazione Studenti Iraniani del Politecnico di Torino; in occasione dell’8 marzo abbiamo deciso di fare un’amichevole contro delle ragazze nigeriane, da quel momento è nata la nostra squadra. Credo sia importante avere una squadra iraniana femminile: in tutta Europa, fino a quattro anni fa, eravamo le sole.”

Come detto in precedenza, la situazione politica iraniana, e il contesto sociale, non consentono alle donne di vivere un calcio libero come quello europeo, Kasra continua: “Il calcio è ancora in una fase amatoriale; le ragazze devono giocare con il velo, il che può essere un problema a causa delle elevate temperature. E’ da tanto tempo che le donne lottano per ottenere i propri diritti nello sport, nonostante sia difficile a causa delle ripercussioni a cui potrebbero andare incontro. Nel nostro piccolo, abbiamo sempre cercato di dare un messaggio, nonostante sia sempre difficile parlare”

L’impegno e la passione di Chalabi, non si fermano solo alle condizioni sportive del suo paese di provenienza, ma si insinuano anche nella promozione del femminile nel nostro paese: “La mia passione per l’allenamento nasce quando ero ragazzo: avevo 16 anni e giocavo nelle giovanili di una squadra di serie A iraniana e all’epoca, mia mamma, era un’insegnante di pallavolo a scuola; uscì una notizia inerente la possibilità, per le ragazze, di poter giocare a calcetto. Aiutai mia mamma con gli allenamenti, dandole indicazioni sulle posizioni e sul gioco, in quanto lei non era esperta di pallone. Quella squadra, alla fine dell’anno, vinse il campionato delle scuole. In quel momento capii quanto mi piacesse allenare: una volta giunto in Italia, per studiare al Politecnico di Torino, iniziai ad allenare le squadre iraniane femminili e maschili a Torino; successivamente mi fu offerta la possibilità di allenare la squadra U15 maschile della società Barracuda Calcio. Da cinque anni sono, insieme a Stefano Sorami, allenatore della Femminile Juventus”.

Quella di Kasra è una storia di coraggio, migrazione e voglia di cambiamento; un cambiamento che, con la volontà, è sempre possibile, anche se questo comporta andare incontro a situazioni politiche complicate, che mettono a repentaglio non solo i nostri ideali, ma anche i nostri diritti.

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