CONDOVE – Il centrocampista juventino Nicolò Fagioli, nel pomeriggio di venerdì 23 febbraio, si è reso protagonista di un incontro dal titolo “Lo sport non è azzardo” organizzato al Cinema Comunale di Condove. Coinvolto nell’inchiesta calcioscommesse, dopo la squalifica pronunciata dalla Procura federale della Figc e con effetto dal 20 ottobre, Fagioli si racconta. Accompagnato dal dottor Paolo Jarre, esperto di tematiche legate all’azzardo patologico, il giocatore ha condiviso la sua esperienza personale davanti a decine di giovani delle società sportive locali di calcio, basket, pallavolo e delle scuole superiori.
Il cammino verso la fuoriuscita dalla ludopatia
Il percorso riabilitativo prosegue, con non poca fatica: “Non dico che ne sono già uscito, sennò (il dr. Jarre, ndr) Paolo si arrabbia. Il percorso non dura solo cinque mesi, ma pian piano sto guarendo. Ma sicuramente sto facendo in modo di uscirne definitivamente. Cosa mi spingeva verso il gioco? Il principale motivo credo sia stato la noia”.
L’incontro, il secondo di dieci, si inserisce nell’ambito del percorso riabilitativo che vedrà impegnato il giocatore per scontare i 12 mesi di squalifica (cinque dei quali commutati appunto in prescrizioni alternative).
L’incontro e il progetto “Per una comunità consapevole, seriamente giocosa”
Non è un caso che sia stato selezionato il comune di Condove per sensibilizzare sul tema del gioco d’azzardo – soprattutto online – , di cui emerge sempre più spesso un uso eccessivo trasversale non solo negli adulti ma anche in giovani, giovanissimi. Il comune di Condove è infatti capofila del progetto di prevenzione dal gioco d’azzardo patologico “Per una comunità consapevole, seriamente giocosa”, seguito da altri 13 comuni aderenti della Bassa Val di Susa e finanziato dalla Regione Piemonte. Nei 14 comuni valsusini aderenti al progetto il fenomeno del gioco d’azzardo online, infatti, sembra essere una vera e propria piaga sociale: secondo studi condotti osservando l’anno 2019, – dichiarava nel 2021 il sindaco della città di Condove, Jacopo Suppo, ai microfoni di Radio Frejus – sono stati giocati dai residenti di tutte le fasce di età della Bassa Val di Susa online 44 milioni di euro.
Juve, Fagioli: “Ho capito che dovevo chiedere aiuto“
“Sto bene, son felice di essere qua: dico ai giovani di non cominciare neanche a scommettere e di coltivare i loro sogni – ha detto Nicolò Fagioli -. Un anno fa è stato il periodo più difficile perché avevo problemi causati dal gioco. In quei casi diventa complesso gestire tutto da solo e a quel punto ho capito che dovevo chiedere aiuto. Cosa mi spingeva a mettere tanto denaro nel gioco? Forse avevo tanto tempo libero, la noia mi portava a giocare. Penso sia stata questa la principale causa: è cominciata così, ma dopo tempo è diventata una malattia”.