Un mese di squalifica per una parola mai detta, la rabbia di Rosario Ligato: “Subito un’ingiustizia”

MONTANARO – “Ho subito un’ingiustizia”. No, Rosario Ligato non ci sta. Il suo messaggio è chiaro, limpido. Non ci sono sfumature nelle sue parole. Dopo essere stato squalificato un mese per insulti alla terna arbitrale, il tecnico del Montanaro ha deciso di prendere la parola e, ai microfoni di Piemonte Sport, ha raccontato la sua versione dei fatti. Versione, tra l’altro, confermata da chi era presente domenica scorso al Cipriano per la gara Quincinetto Tavagnasco-Montanaro (1-0).

“La cosa che più mi rattrista è che non posso fare nulla”, ha detto Ligato, che sconterà la prima squalifica dopo una carriera lunghissima e ricca di successi. D’altronde chi conosce Rosario lo sa bene. Persona umile e per bene, mai fuori dalle righe e con grande senso civico. “Non ho detto nulla per meritare l’espulsione e soprattutto per ricevere una squalifica così lunga. Ad essere penalizzato non sono solo io, ma la società e i ragazzi. Perché in Serie D gli allenatori espulsi per proteste hanno ricevuto solamente una giornata e noi, allenatori di Eccellenza, Promozione, e Prima Categoria, un mese?”.

Già, domanda più che lecita. Inoltre non sarebbe la prima volta che un allenatore/atleta si ritrova squalificato per un errore da parte dell’arbitro. Ma cosa ha detto realmente Ligato al direttore di gara? “Solamente che (il rigore) era netto. Per tre volte. Questo ho detto. Nessuna parola di troppo. Non ho mai ricevuto una squalifica in tutta la mia carriera. Non ho mai utilizzato parole colorite verso arbitri o avversari. Il problema è che non posso nemmeno fare ricorso. La regola prevede che se la squalifica è di almeno 30 giorni non si può fare ricorso. Sfortunatamente il mio caso”.

Lo sfogo prosegue. “Io ho chiesto alla Federazione qual è l’iter da seguire per risolvere il caso attraverso la giustizia ordinaria. Io sento di aver ricevuto un danno d’immagine. Io non ho insultato nessuno. Ci sono testimoni, non sono qui a dire cose false. Non bisogna camuffare il referto. Gli arbitri bisogna tutelarli, ma non bisogna comportarsi in questo modo. Noi facciamo dei sacrifici enormi. Scusate se mi ripeto, ma sono stato danneggiato”.

L’amarezza di Ligato non conosce limiti. L’idea di saltare quattro partite, fondamentali per il proseguo del campionato gialloblù, lo sfianca. “Io sono una persona che ha sempre lavorato – conclude – Una persona umile ed educata. Questa decisione mi ha lasciato davvero amareggiato. Parliamo tutti di giustizia e poi scriviamo il falso? Vogliamo un calcio migliore e poi succedono queste cose? Non va bene. L’errore tecnico ci sta, lo posso accettare. Tutti sbagliamo. Ma già l’espulsione era esagerata. Figuriamoci quello che c’è scritto nel referto. In questo momento la squadra ha bisogno della mia presenza. Io faccio tutto. Allenatore, preparatore tecnico e così via. Come posso stare lontano quattro partite? Io vivo di campo. Io vivo per essere in campo alla domenica. Vivo di sacrifici. Non sono io quello che fa casini. Io sono aperto a qualsiasi confronto, anche se immagino che non verrà cambiato il referto”.

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