Vice campione d’Italia nella eSerieA per ben due volte consecutive, una con il Venezia e l’ultima con l’Hellas Verona: il player di Betclic Apogee, Karim ‘Karimisbak’ Rmaiti, è uno dei più grandi talenti esportivi del nostro paese ed è di Casale Monferrato. Dai campi di calcio con la maglia del Trino e del Casale, ai grandi tornei internazionali di Fifa: Karimisbak ne ha fatta di strada in un ambiente che per i più è ancora tutto da scoprire, ma che è in costante crescita.
Karim, come ti sei avvicinato al mondo degli eSports e cosa ti appassiona di più di questo ambiente?
Ho sempre giocato ai videogiochi, di qualsiasi tipo: anime, combattimento, sparatutto. Poi essendo appassionato di calcio, Fifa era quello principale. Ho cominciato a giocare contro vari player, poco prima della quarantena ero riuscito a fare uno step in avanti. Ho iniziato a fare i primi tornei e vedevo che riuscivo a giocarmela, o addirittura vincere, contro dei player il cui nome era già conosciuto. A quel punto mi son detto: perché su Fifa 21 non provare a fare bene anche la parte competitiva? Il primo evento a cui ho partecipato è stato l’Europeo dove sono arrivato nono. Da lì hanno cominciato a chiamarmi vari team di eSports ed è iniziato tutto. La cosa che mi affascina maggiormente di questo ambiente è anche l’aspetto dei viaggi: andare in giro per fare le partite mi fa sentire come un calciatore reale.
Come ti trovi a far parte di un team del livello di Betclic Apogee?
Il team lo conoscevo già dall’inizio dell’anno scorso perché c’era un mio amico che ne faceva parte. Lui mi raccontava di quanto questo team fosse praticamente perfetto: mi diceva solo cose positive, quindi ero affascinato da Betclic Apogee e dalla sua serietà. Quando la scorsa estate è arrivato l’accordo con il team ero molto contento e ora mi trovo davvero bene.
Nelle ultime due stagioni ti sei laureato in entrambi i casi vice campione d’Italia. Quali sono state le differenze tra i due anni e cosa ti è mancato (se ti è mancato qualcosa) per vincere?
L’anno scorso era la prima volta che andavo a fare un torneo dal vivo, a Milano, ed avevo un po’ di ansia. C’era anche il fattore ‘mancanza di esperienza’ e nella partite si vedeva perché quando le cose si mettevano male cominciavo ad innervosirmi. Nella finale dello scorso anno ero andato in vantaggio tre volte e forse l’inesperienza non mi ha fatto gestire bene la situazione. Se quest’anno fossi andato in vantaggio all’80’ avrei messo un pullman davanti alla porta. In questa stagione, come mi hanno detto in tanti, sono molto maturato da quel punto di vista. Sia per come ho gestito la partita in generale, sia nei cambi moduli: dettagli che fanno la differenza. La finale è andata come è andata. Con un pizzico di fortuna in più, tra il palo preso e una parata pazzesca del portiere avversario, sarebbe potuta finire diversamente. Speriamo che il detto ‘non c’è due senza tre’ sia un falso.
La gente comincia ad avvicinarsi al mondo degli eSports attraverso le vostre partite, ma molti non sanno cosa ci sia dietro. Come ti alleni? Quanto ti alleni? In che modo studi gli avversari prima di un match?
Di solito si pensa che quando incontri un avversario forte lo inviti per giocare e giochi. Invece c’è tutta una preparazione dietro, sia su Fifa che su te stesso. Io prima di un torneo mi alleno a partire da 10 giorni prima, tutti i giorni, seguito dal mio coach. Ti alleni giocando contro altri pro player. Mentre giochi e capisci il tuo livello devi provare tante cose: se da quella posizione si segna o se in un torneo precedente hai subito gol in un certo modo ti devi mettere sotto per non subirlo più. Gli avversari nella eSerieA li conosci già da un po’, per cui ti metti con il tuo coach a guardare qualche loro partita e a curare qualche dettaglio: magari in una determinata situazione cercano sempre lo stesso passaggio ecc. Tutte cose che per il match ti possono aiutare tanto.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri sia nel breve che nel medio-lungo periodo?
Il prossimo obiettivo è quello di qualificarmi al Mondiale con Betclic Apogee. Sarò a Londra a fine giugno per i playoff. Nel futuro spero di rimanere sul mio livello, se non ancora più alto, e alla fine restare nel mondo degli eSports o comunque nel mondo dei social in generale.
In un’altra intervista hai accennato al fatto che ti piacerebbe diventare coach in futuro. Qual è l’importanza di questo ruolo nel mondo degli eSports?
Il ruolo del coach è fondamentale. Ad esempio quando vai a giocare a calcio e registri la tua partita, poi cominci a pensare ‘perché qua non ho fatto questo? Perché per tutta la partita ho sempre continuato a fare questo errore?’. Sono tutte piccole cose che tu in prima persona non vedi, ma chi è seduto accanto a te da coach, tra primo e secondo tempo, ti può consigliare nel migliorare. Può succedere che il coach ti dica ‘ma perché vai sempre sulla fascia destra e mai su quella sinistra?’ e magari qualche azione dopo vai sulla sinistra e segni anche.
Hai giocato per tanto tempo a calcio. Che ricordi hai? Dove hai giocato e in quale ruolo?
Ho giocato a calcio per molti anni: nel Trino, nel Villanova e nel Casale FBC. Ero una mezz’ala/trequartista. Giocare a calcio mi manca molto. Ovviamente a livello agonistico non lo posso più fare, ma il calcetto con gli amici o qualche torneo su più giorni, se posso, lo gioco.
Quali sono le differenze di approccio a una gara di eSport rispetto ad una di calcio?
La differenza principale sta nel collegamento tra mente e fisico. Una partita eSport è giocata tutta con la testa, soprattutto ad alti livelli, perché le mani le hanno tutti: tanti sanno fare quella tua giocata, tutti hanno quelle skills. Però sei tu che devi avere la testa di fare quella giocata esatta. Invece nella partite di calcio il fisico conta tanto: come ci arrivi, se hai qualche infortunio, qualche dolore ecc. Ho tanti ricordi legati a partite contro squadre rivali, soprattutto quando ti giochi un posto in classifica. Nel calcio studiare gli avversari è molto diverso perché può succedere qualsiasi cosa. Una preparazione è più mentale e l’altra più fisica, ma quell’ansia prima che l’arbitro fischi c’è sempre.
Che rapporto hai con il tuo paese, Casale Monferrato? Cosa ti piace della tua città o del tuo territorio?
Io ho abitato a Trino fino alla quinta elementare, poi mi sono trasferito qui a Casale Monferrato dall’inizio della prima media. Fare questo step, da una città piccola ad una città più grande, non è semplice. Nei paesini piccoli tutti conoscono tutti. Casale mi piace maggiormente perché c’è più vita, ci sono tante scuole, arriva anche gente da fuori. Ci sono tanti eventi belli come la festa del vino che richiama tante persone non solo del territorio, ma anche dalla Lombardia. Mi trovo molto bene, ho trovato la mia nuova cerchia di amici.
Le parole di Maria Raffaella Micuccio, Country Manager Italia per Betclic
Maria Raffaella Micuccio, Country Manager Italia per Betclic, ha parole di grande stima per Karimisbak: “Abbiamo da sempre la piena fiducia nelle prestazioni di Karim, che ancora una volta si è dimostrato tra i migliori player d’Italia. Come Betclic Apogee siamo veramente entusiasti e soddisfatti degli obiettivi raggiunti in questa stagione. Anche se la finale è andata come è andata, è sempre difficilissimo riconfermarsi ad alti livelli e Karim è una certezza. Siamo felici di avere un player come lui. Le sue doti non sono in discussione, ma soprattutto è il suo impegno, la sua costanza e dedizione a renderlo uno dei migliori”.
Sbarcato in Italia nel 2021, il team eSports Betclic Apogee ha da subito fissato obiettivi ben precisi: “Abbiamo deciso di puntare su un settore in continua espansione come quello dei videogiochi competitivi” – prosegue Maria Raffaella Micuccio – “Un mondo che qualsiasi azienda che si rivolge a una fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni non può ignorare e, anzi, deve supportare. Dall’avvento della pandemia, quello dei videogiochi è un mercato in forte crescita e anche il ritorno degli eventi live ha evidenziato questo trend positivo. Siamo molto felici di avere con noi degli ottimi talenti e siamo soddisfatti del loro percorso nelle competizioni FIFA, sia a livello nazionale che internazionale. Ovviamente l’obiettivo è di continuare a crescere per ottenere risultati sempre più importanti e prestigiosi”.