RIVOLI – La città di Rivoli, come da tradizione, anche quest’anno ha nominato il nuovo Conte Verde. Sarà Mauro Cennerazzo ad indossare i panni di Amedeo VI di Casa Savoia per il carnevale del 2023. Un nome ben conosciuto nella Città del Castello e soprattutto nel mondo dello sport, che da anni lo vede protagonista con atti di solidarietà grazie ad Agonismo Solidale – progetto di sport inclusivo che mette insieme atleti normodotati e diversamente abili con lo scopo di allenarsi per Thriatlon (o altre manifestazioni), di cui l’Iron Man è promotore. Piemonte Sport lo ha intervistato, ripercorrendo le tappe dei suoi ultimi anni.
Allora Mauro, parlaci un po’ di te e della tua nomina da Conte Verde…
“E’ da cinque anni che mi occupo di sport inclusivo. Appartengo al gruppo sportivo Intersport di Torino che, attraverso la carrozzina da running, esegue allenamenti ogni mercoledì a Rivoli: io spingo correndo le persone con queste carrozzine. Gli sport di cui ci occupiamo sono diversi, come il nuoto, il ciclismo e corsa. Il ciclismo, ad esempio, è sviluppato per le persone con disabilità che hanno un’energia tale da muovere le gambe, ma non hanno equilibrio. Si pensi alle persone con sclerosi multipla o altre malattie neuro generative. Io mi sento un atleta solidale, che è anche la definizione del mio progetto, il quale mi ha permesso di diventare un personaggio pubblico scelto dalla Pro Loco di Rivoli: una persona sportiva che collabora con il mondo della disabilità era ciò che si cercava per la 69° edizione. Un percorso articolato, che dallo sport passa alla dimensione storico culturale, come il Conte Amedeo di Savoia. Un Conte che ha costruito una parte di storia tra il 1330 e il 1400. Sessantanove anni fa un prete, attraverso la realizzazione di un carro, si immaginò di collocarvi alla guida la figura più rappresentativa della città di Rivoli e dalla storia risalì proprio al Conte Verde. La disponibilità dell’attuale Pro Loco di Rivoli coglie il momento sociale post-Covid. Infatti non ci sono stati più carnevali dopo la pandemia, pertanto si è voluta dare anche una sfaccettatura inclusiva attraverso una persona che fosse un portavoce del mondo della disabilità”.
Perché ti chiamano Iron Mauro?
“Mi chiamano Iron Mauro perchè ho concluso la gara di Triathlon che si chiama Iron: una gara molto complicata e lunga, della durata di 16 ore, l’ho completamente preparata con persone disabili. E grazie alle pagine social Instagram e Facebook la gara ha concesso particolare rilievo a molte persone con disabilità sono state incluse in attività offrendo un ruolo vero negli allenamenti degli atleti e delle atlete, assumendo la funzione di mental coaching. Sono diverse le gare alle quali ho preso parte attraverso queste attività, come ad esempio al Giro d’Italia coinvolgendo migliaia di persone disabili, partendo con un furgone che mi seguiva in bicicletta. Il furgone era guidato da una mia cara amica cardiopatica, che purtroppo è mancata recentemente per arresto cardiaco. Io e la mia amica, Sara Rubatto, abbiamo girato tutta Italia in bici ogni giorno per 50 giorni. Abbiamo praticato sport con persone disabili. Infatti il furgone conteneva mezzi per persone disabili che ad ogni tappa rendevamo disponibili alla cittadinanza con disabilità. La nostra esperienza ha generato un’attenzione nazionale tale da creare una possibilità per tante persone fragili in tutta Italia, dando vita alla figura del motivatore“.
In cosa consiste la figura del motivatore?
“Stiamo parlando di una forma di mental coaching che si basa sulla presenza, partecipazione e motivazione di persone con disabilità agli allenamenti dei normodotati in motociclismo e corsa. Io da loro traggo energie mentali grazie alle quali tendo a migliorare sempre di più. Alzo l’asticella del mio allenamento perché penso ai loro “svantaggi” e di conseguenza sono motivato a migliorare: è un mutuo aiuto. A inizio carriera credevo di essere io a dover aiutare loro, ma invece sono loro ad aiutare me. Questo funziona ancora oggi. Pratichiamo questa attività ogni mercoledì, dalle 10 alle 12, al Centro di Incontro “Don Puglisi” di Rivoli, il luogo dove persone normodotate e diversamente abili hanno la possibilità di allenarsi insieme”.
Quindi di cosa si occupa nel dettaglio l’associazione?
“L’associazione si occupa di ciclismo e corsa, abbiamo dei mezzi a disposizione: tandem, canotte, biciclette assistite a seconda del tipo di disabilità. Sono una guida dell’Unione sportiva ciechi italiana. Accompagnando le persone cieche con un cordino che permettono di correre insieme a me. Principalmente l’associazione lavora con persone cieche, con sclerosi multipla, parkinson, che guidano una bici tandem”.
Quanto è difficile per te e la tua associazione di agonismo solidale praticare sport accessibile?
“L’abbattimento delle barriere architettoniche si sta avviando verso la strada giusta grazie ai fondi e finanziamenti della Regione Piemonte che si sta impegnando per abbattere i “difetti edificati”. Al contrario sono le barriere mentali a limitare le persone disabili. Vedere con tenerezza una persona che ha la sua difficoltà è sbagliato! E’ questo che va combattuto”.
Passando dalle barriere architettoniche a quelle culturali, quanto vivi il costante senso di infantilizzazione delle persone con disabilità?
“Io credo che questa pratica di infantilizzazione si possa sradicare a partire dalle scuole. L’associazione agonismo solidale è già attiva in questo campo, coinvolgendo le scuole statali di Rivoli e Venaria. Abbiamo coinvolto i nostri atleti normodotati che si sono allenati nelle palestre scolastiche motivati dagli studenti e studentesse con disabilità. Il motivatore dunque nasce attraverso i mezzi adatti, le raccolte fondi, progetti diretti al cambio culturale, soprattutto con i bambini e le bambine che rappresentano il nostro futuro. Insieme al mio amico Raffaele Scali, maschera del Carnevale, laureato in Disciplina, arte musica e spettacoli, abbiamo realizzato un docufilm chiamato Agonismo solidale che racconta e descrive come non è corretto trattare da bambini le persone con disabilità: intenerirsi ed essere assistenzialista è sbagliato. Nel momento in cui infantilizzi una persona di 50 anni disabile, questa ti dice: “Faccio solo!”. Questa affermazione deve essere naturale, non forzata”.
Alcune informazioni
Il Carnevale si terrà il 12 febbraio 2023 a Rivoli, mentre l’investitura del Conte Verde il 29 gennaio alle 10.30 presso la Chiesa San Paolo di Rivoli in presenza del primo cittadino, Andrea Tragaioli, che consegnerà le chiavi della città al Conte Verde, Mauro Cennerazzo. Il simbolo della consegna è di delegare l’organizzazione di un Carnevale indimenticabile.