A inizio anno un accordo tra Giulia (GIornaliste Unite LIbere Autonome) del Piemonte e il dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino ha suggellato l’avvio di un progetto di ricerca innovativo, ambizioso e destinato a produrre un cambiamento culturale a partire dalla micro-territorialità. Nasce così l’Osservatorio ORA, una lente di ingrandimento che va ad analizzare le discriminazioni che costellano due temi tanto delicati quanto impattanti nella nostra società: le notizie relative al genere e alla disabilità circolanti all’interno dell’informazione di prossimità proprio nella nostra regione, il Piemonte.
E’ così che nella mattinata di ieri, lunedì 5 dicembre, nella sala Trasparenza della Regione Piemonte sono stati presentati i risultati dell’Osservatorio, redatti attraverso la pubblicazione di un Report, consultabile liberamente in versione digitale sul portale del dipartimento di Culture, Politica e Società di Unito.
La ricerca ha trattato nove mesi di informazione piemontese, toccando tutte le province nel periodo dal 1° luglio 2021 al 31 marzo 2022. Circa 10.000 le notizie analizzate tra articoli e servizi televisivi sul genere sulla disabilità. Dalla ricerca emerge che la dimensione territoriale delle notizie è prevalentemente iperlocale (79%), mentre il 14 % affronta tematiche di respiro nazionale ed extra-regionale e solo il 7% si concentra sull’ambito territoriale regionale.
I contenuti
Ciò che è emerso con preponderanza all’interno della ricerca è che i principali topic attraverso cui vengono raccontate le pari opportunità sono l’ambito culturale e sportivo in tutte le province piemontesi analizzate. Questo dato racconta come lo sport assuma la funzione di mezzo di inclusione sociale sia per le tematiche di genere che per le disabilità. Al tempo stesso, attraverso il racconto sportivo giornalistico sono emerse manifestazioni stereotipate sia per le donne che praticano sport che per gli atleti e le atlete con disabilità. Dal lato genere la ricerca ha evidenziato come lo sport diventi “una grande occasione per la visibilità del mondo femminile (decisamente più che la politica e l’economia)”. Nonostante la grande visibilità delle atlete, leggiamo dal Report che “dall’analisi del contenuto, non di rado sono emerse notizie riguardanti le categorie sportive femminili in cui la parola era data a uomini allenatori o dirigenti sportivi”.
Le notizie relative alla disabilità, per quanto riguarda il macro-tema “cultura e sport”, si sono concentrate sulle paralimpiadi. Ma anche all’interno del mondo paralimpico emergono forti discrepanze, come sottolinea il Report: “Gli atleti e le atlete diversamente abili sono spesso oggetto di discorso altrui e va anche detto che nella maggior parte dei casi si tratta di persone diventate disabili a seguito di incidenti“.
E’ emerso altresì come le persone con disabilità vengano fortemente infantilizzate nella stampa locale. Indice di una mancata concettualizzazione della loro capacità agire e di essere parte integrante di una società. In particolare, parlando di persone con disabilità si tende ancora a rappresentarle come “ragazzi speciali” (sono state notiziate soprattutto persone di sesso maschile), oppure ricorre l’utilizzo del solo nome per fare riferimento al soggetto con disabilità della notizia. Processo molto spesso anche adottato per le donne, ancora troppo spesso chiamate con il solo nome, oppure con la declinazione della propria carica al maschile (ndr. sindaco, assessore, avvocato).
“Abbiamo voluto sostenere questo lavoro che l’Associazione Giulia ha realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino – spiega durante i saluti istituzionali il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – perché lo riteniamo utile e prezioso. Uno strumento per aiutarci a capire in che modo la comunicazione rischi di rappresentare, a volte, un ostacolo invece che un supporto contro le discriminazioni che riguardano le donne e le persone con disabilità. Ma anche per aiutarci a impostare le nostre azioni e politiche future, per fare in modo che questo non continui ad accadere”.
“Per capire il prisma della discriminazione – afferma la docente Marinella Belluati, responsabile scientifica della ricerca – l’azione congiunta delle istituzioni, dei media, della ricerca e della società civile diventa fondamentale e contribuisce a migliorare il senso civico e democratico del territorio in cui opera. Per questo la collaborazione tra il Dipartimento di Culture, Politica e Società, la rete GiULiA giornaliste del Piemonte e la Regione Piemonte è stata importante. Su questi temi su cui oggi c’è molta attenzione il lavoro di rete locale è oltremodo fondamentale e per questa ragione la ricerca accademica ha accettato la sfida di un progetto così ambizioso. Al fine di rendere più efficace l’azione di monitoraggio, occorre però che gli strumenti con cui le istituzioni raccolgono le informazioni e i modi in cui le rendono pubbliche siano aggiornati alle sfide di un giornalismo e di un ambiente comunicativo sempre più digitali”.
“GiULiA Giornaliste – spiega Stefanella Campana, giornalista, componente del Direttivo nazionale dell’Associazione – è impegnata fin dal 2012 nella difesa dell’immagine corretta della donna nella sua rappresentazione mediatica e contro le discriminazioni nel giornalismo. Per questo ha ritenuto importante proporre un’indagine sull’informazione locale del Piemonte che ha un ruolo fondamentale nel rappresentare la società reale. Grazie alla competenza scientifica delle ricercatrici universitarie e quella giornalistica di GiULiA e al sostegno della Regione si è raggiunto l’obiettivo comune di ORA, un osservatorio di monitoraggio dell’informazione locale che noi ci auguriamo diventi permanente, come stimolo per un’informazione corretta sul territorio regionale, per una società più inclusiva e aperta anche attraverso i media”.