Scandalo nel mondo della ginnastica: continue denunce delle atlete contro gli abusi psicologici

Sono notizie di questi giorni i racconti, o meglio, le denunce di molte atlete provenienti dalla ginnastica ritmica, artistica e aerobica sulle pressioni ricevute da coach e dirigenti durante le diverse fasi di crescita e sviluppo psicofisico e personale. La prima, la ginnasta Nina Corradini, attraverso la sua esperienza personale ha generato delle reazioni a catena che da circa due settimane costellano le cronache della stampa italiana. Le pressioni fisiche e mentali messe in atto dalle allenatrici della Corradini hanno indotto l’atleta a raccontare la sua esperienza: “A un certo punto la persona non riesce più a resistere e diventa tutto pesante. Le medaglie mi sono costate tanto – dichiara Corradini – Finché la fatica si ferma all’allenamento e al sudore va bene, poi quando sfocia in altre cose non ne vale più la pena“.

Si aggiunge al grido di denuncia l’ex farfalla Anna Basta, che aggiunge il suo vissuto allo scandalo che ha investito il mondo della ginnastica ritmica italiana: “Alleno per non far subire alle bimbe ciò che ho subìto io e sapendo che si possono raggiungere risultati importanti ma in un modo migliore. Il che non significa non essere severi, ma porre l’attenzione sul lato umano dell’atleta, accettando anche le caratteristiche fisiche personali. Si può essere performanti restando in salute“.

Nella giornata di mercoledì 9 novembre si sono svolte le audizioni con la procura federale, che sentirà le atlete denuncianti le vessazioni e i soprusi per far luce sul lato oscuro di una metodologia sportiva dannosa e autolesionista per coloro che ne sono coinvolte. Ad oggi si contano oltre quaranta atlete che hanno firmato la petizione lanciata dall’organizzazione Change The Game. Con l’obiettivo di chiedere giustizia per tutte le ginnaste vittime di violenza psicologica in tutta Italia.

Quando sono comparse le prime notizie sulle denunce, non sono rimasta sorpresa. Ho vissuto tante esperienze positive, ma anche tante negative. Durante la mia carriera fortunatamente però ho vissuto anche qualche cambiamento nel mio ambiente, e mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori“. Sono le parole di Vanessa Ferrari, vincitrice della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo nel corpo libero, che si aggiunge al coro di denuncia. La campionessa del mondo del 2016 dichiara di essere finita in clinica all’età di 19 anni per problemi alimentari a Verona, sottolineando che: “Grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire. Quindi invito chiunque ne soffra a farsi aiutare perché è davvero fondamentale”.

Dopo gli abusi portati in luce dalle atlete della ginnastica ritmica, lo scandalo va diffondendosi anche alla ginnastica artistica. Carlotta Ferlito, campionessa mondiale alla trave nel 2013, ha raccontato sui social network i suoi disturbi alimentari e le vessazioni subite. Ferlito ha raccontato di aver ricevuto pressione dalle sue allenatrici già a partire dagli 8 anni di età.

Per Abodi, Ministro per lo sport e i giovani, “la dimensione del fenomeno sportivo è importante, ma deve essere chiaro che basta un caso per avere la stessa attenzione di centomila”. “Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati. Siamo praticanti di valori, non predicatori“.

La Federazione Ginnastica d’Italia, nel prendere atto del corpo di denunce che sta andando a costruirsi, ha fatto sapere di non tollerare “alcuna forma di abuso” e che sarà “sempre al fianco di tutti i propri tesserati“. “Lo sport – ha aggiunto la Federazione – con la ginnastica in primis, è rispetto della persona, celebrazione del talento e del benessere“.

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