Mai così tanta rappresentanza piemontese in un esecutivo. Il neo-governo, a guida Meloni, premia il Piemonte. Infatti, ben cinque – dei ventiquattro ministri – provengono dal Piemonte. Non è mancato il commento del Presidente regionale, Alberto Cirio: “Un augurio particolare ai ministri della nostra terra: avevo chiesto un governo che parlasse piemontese e così è stato”.
Età, formazione e carriere politiche dei 5 ministri
Gilberto Pichetto Frattin: commercialista biellese, classe 1954, laureato in Economia e commercio. Intraprende la sua carriera politica all’età di 20 anni dal Consiglio comunale del comune di Gifflenga, per approdare in Forza Italia nel 1995, con l’elezione al Consiglio regionale del Piemonte. Nel 1997 Pichetto Frattin assume la carica di assessore all’Industria. Dopo un periodo di seggio al Senato, torna a Torino per la carica di vice presidente della Regione. Fortemente voluto da Berlusconi, nel 2014 corre alle regionali per il centrodestra, ma col centro destra spaccato. Fratelli d’Italia infatti porta avanti Crosetto. E le elezioni le vince Chiamparino. Nel 2018 torna a palazzo Madama e firma il referendum sul taglio dei parlamentari. Diventa capogruppo di Forza Italia per la V Commissione Bilancio. Con il governo Draghi, Pichetto Frattin è viceministro del Ministero dello Sviluppo economico. Ora si misurerà con due temi attualissimi: ambiente e sicurezza energetica.
Paolo Zangrillo: manager di grandi aziende quali Magneti Marelli, Fiat Powertrain e Iveco, classe 1961 e una laurea in giurisprudenza e coordinatore di Forza Italia in Piemonte. Diventa parlamentare dal 2018 concorrendo nelle liste di Forza Italia. Viene rieletto al Senato nell’ultima votazione con il 50% dei voti nel suo collegio uninominale del Piemonte. Sono note le sue posizioni a favore della Tav Torino-Lione, oltre la riforma del reddito di Cittadinanza. Si confronterà per la Pubblica Amministrazione.
Guido Crosetto: classe 1963, manager nell’impresa di famiglia, è uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, insieme a Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. Esordisce in politica nella Democrazia cristiana. Abbandona la facoltà di Economia per militare nelle giovanili dello scudo crociato. Dal 1990, per 14 anni, è stato sindaco di Marene, in provincia di Cuneo. Dal 2000 ricopre subito l’incarico di coordinatore regionale per Forza Italia. Con le elezioni politiche del 2001 è parlamentare per la Camera, dove ci resta per più di dieci anni. Nel governo Berlusconi IV diventa sottosegretario alla Difesa. Si stacca dal berlusconismo per Fratelli d’Italia, di cui è coordinatore nazionale fino al 2014. Una pausa dalla politica lo riporta alle origini: prima come manager dell’impresa a conduzione familiare, poi come presidente dell’Aiad (federazione che rappresenta la aziende italiane nei settori aerospazio, difesa e sicurezza). Torna, nel 2018, in parlamento e a coordinare il partito di Giorgia Meloni. Ma ben presto lascia nuovamente la carriera politica, per ritornarci nel 2022 a capo del ministero della Difesa.
Daniela Santanché: classe 1961 e imprenditrice di origini piemontesi. Inizia nel 1995 la sua carriera politica a fianco di Ignazio La Russa nelle fila di Alleanza Nazionale. Nel 2001 diventa parlamentare alla Camera e nel 2005 è relatrice dalla Legge finanziaria. Nelle elezioni del 2008 è la prima donna a candidarsi a premier. Nel 2010 entra nel governo Berlusconi con la carica di sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Nel 2013 la troviamo nuovamente in Parlamento con il Popolo della Libertà – Forza Italia. Nel 2017 entra in Fratelli d’Italia, dopodiché Giorgia Meloni la assegna la nomina di Portavoce per la Regione Lombardia. Ora la vedremo nelle vesti di Ministra per il Turismo.
Giuseppe Valditara: classe 1961, è un docente ordinario di Diritto Romano presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e l’Università Tor Vergata di Roma, oltreché iscritto all’albo degli avvocati presso la Corte di Appello di Milano. Oltre una sostanziosa carriera accademica, Valditara ha ricoperto diverse cariche politiche. Senatore, prima con Alleanza Nazionale e poi con il Popolo della Libertà dal 2001 al 2013. Tra il 2008 e il 2013 ha ricoperto la carica di segretario della Commissione VII scuola, università, ricerca del Senato. Tra il 2009 e il 2010, è stato relatore al Senato della legge n. 240/2010 (Riforma dell’Università). Tra il 1999 e il 2000 ha fatto parte della Commissione di studio istituita presso la Presidenza della Regione Lombardia sul federalismo, riforma dello statuto regionale e proposta di uno statuto di autonomia. Chiamato al governo Meloni per il ruolo di Ministro dell’Istruzione e del Merito.