Si è spento ad 82 anni a Firenze e dopo una lunga malattia l’ex calciatore e allenatore Bruno Bolchi. Centrocampista e figura iconica del calcio italiano tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’70. Inter e Torino furono le parentesi più lunghe e fortunate di una carriera che lo ha portato a vestire anche la maglia azzurra in quattro occasioni nel 1961.
Soprannominato Maciste, crebbe nell’Inter ed esordì in Serie A nel 1956. La sua popolarità aumentò nel 1961 quando divenne il primo calciatore protagonista delle figurine Panini. Con i nerazzurri vinse uno Scudetto. Dopo sette stagioni all’Inter, una al Verona e una all’Atalanta, nel 1965 approdò al Torino.
Quello era il primo Toro dell’era Pianelli, la prima formazione granata a tornare al vertice del campionato nazionale dopo la tragedia di Superga del 1949. La formazione che anticipò quella dello Scudetto del ’76, Bolchi vi rimase per cinque stagioni. La più importante fu sicuramente il 1967/68.
Con Edmondo Fabbri in panchina, quel Toro era composto da tante vere anime granata: il portiere Lido Vieri, i difensori Giorgio Puia, Angelo Cereser e Natalino Fossati e la coppia d’attacco Nestor Combin-Luigi Meroni. Bolchi faro del centrocampo insieme al Capitano Giorgio Ferrini. Una stagione che cominciò in tragedia con la morte di Gigi Meroni e che si concluse con la conquista della Coppa Italia che fu dedicata alla ‘farfalla granata’.
Bruno Bolchi è stato anche un ottimo allenatore. Ha portato per ben 4 volte le sue squadre alla conquista della Serie A. Prima il Bari, con cui fece addirittura il doppio salto dalla C, e poi con Cesena, Lecce e Reggina. Alla guida dei galletti, nella stagione 1983/84, arrivò in semifinale di Coppa Italia nonostante il Bari giocasse in Serie C. Un record eguagliato dall’Alessandria nel 2015/2016. Nel 2007 al Messina in Serie A la sua ultima apparizione in panchina.