Giorgia Meloni sarà la prima donna a diventare Premier nella storia italiana. Un primato preannunciato ormai da settimane e confermato attraverso i risultati elettorali. Fratelli d’Italia primo partito (con oltre il 26 % dei consensi), seguito da Partito Democratico (che non tocca il 20 %) e Movimento 5 Stelle (che rimane il terzo partito italiano con il 15 %). Subito dietro la Lega di Salvini, che si dice non soddisfatto dei risultati (8,5%) e poi Forza Italia (data all’8 %).
Nella nottata tra il 25 e il 26 settembre 2022, a caldo, Giorgia Meloni aveva dichiarato che “questo è il tempo della responsabilità”. “L‘Italia ha scelto noi e non la tradiremo come non l’abbiamo mai tradita”, ha poi aggiunto una volta arrivata la conferma della vittoria finale. “Governeremo la nazione per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide”.
Il dato centrale delle elezioni resta la maggioranza autonoma del centrodestra anche in Senato. Quest’ultimo era il punto interrogativo della vigilia. Gli exit poll indicano infatti indicano 114 seggi al Senato, sufficienti per agire con una certa tranquillità. Alla Camera il cdx sfiora il 43 %.
Lo sport nel programma elettorale di Fratelli d’Italia
Ma cosa succederà allo sport nei prossimi 5 anni? Nel programma elettorale della nuova Premier, Giorgia Meloni, lo sport compare al capitolo 15 – Giovani, sport e sociale. C’è molta curiosità su come il nuovo governo di centrodestra utilizzerà i fondi per rianimare un settore in crisi da anni e messo in ginocchio dal covid.
Nel programma di Fratelli d’Italia si legge che ci sarà un “sostegno allo sport, quale strumento di crescita e integrazione sociale e promozione di stili di vita sano”. Non solo. La nuova prima forza di Governo ha individuato negli impianti la grande lacuna dello Stato italiano. “Programma di investimento e potenziamento dell’impiantistica sportiva, anche scolastica e universitaria”, si specifica infatti nell’agenda Meloni.
Oggettivamente è innegabile che le società sportive si trovino molto spesso con le mani legate quando arriva il momento di investire sulle proprie strutture. Inoltre, dal periodo di inizio pandemia ad oggi, il caro bollette è il primo nemico nell’ambiente sportivo. Adesso sarà il “campo” a parlare, usando un’espressione calcistica: milioni di imprenditori e volontari sono in attesa di fondi per poter dare nuovamente a ragazze e ragazzi la possibilità di fare sport in un luogo sano e sicuro.
Allarme astensionismo
Il vincitore latente di queste elezioni si conferma il “partito dell’astensione”. L’affluenza alle urne non supera il 64%, dieci punti meno del 2018. Un andamento che, a partire dalle prime elezioni del 1946, disegna progressivamente una curva in picchiata. A trascinare il forte calo è il sud Italia: come si evince dai numeri provenienti da Campania (non raggiunge il 54%), Calabria e Sardegna (sopra il 50 %). Solo Puglia e Sicilia mostrano una qualche tenuta. L’astensionismo resta un dato considerevole anche nelle regioni del centro e del nord: nella mattinata di domenica 25 settembre il Lazio si ferma al 63%, a 10 punti dal risultato del 2018. La Lombardia arriva al 70%, a 7 punti dalle ultime elezioni.
Anche in Piemonte il dato non cambia, dove si è registrata un’affluenza in calo di quasi 9 punti rispetto al voto del 2018, scendendo dal 75,18% (alla Camera) al 66,35%. Nonostante il manifesto, a firma Lumen Art Movement, contro l’astensionismo che circolava in vista delle elezioni politiche nazionali del 25 settembre “Voglio vederti votare”, affisso in via Po, che ritrae il cantante Franco Battiato. Al di fuori del capoluogo piemontese, Fratelli d’Italia supera il 30% dei consensi, ma a Torino va avanti il centrosinistra di 4 punti e il Pd è il primo partito, oltre il 25%.
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